giovedì 8 dicembre 2016

Corsico (MI) Una nuova azione legale per il Diritto al Cibo. Il 13 dicembre l'udienza per il ricorso al TAR.

 [Corsico,]
Si terrà il giorno 13 dicembre 2016 l'udienza per il ricorso al TAR presentato a novembre da alcuni genitori insieme al Coordinamento Genitori Democratici della Lombardia, Associazione nazionale riconosciuta dal MIUR, che segue la vicenda dall’inizio. Dallo scorso anno scolastico hanno rivendicato insieme per tutti i bimbi e tutte le bimbe di Corsico, il Diritto al Cibo, alla Salute, allo Studio, seguendo in prima linea le spiacevoli vicende legate alla sospensione del pasto scolastico ai figli e alle figlie dei genitori morosi, che avevano contratto un debito con l'amministrazione comunale.

Questa è la seconda azione legale portata avanti dal CGD Lombardia (presidente Gianni Alberta). La prima, una diffida presentata a luglio nei confronti del sindaco Errante a cui il sindaco non hamai risposto direttamente, se non – di fatto, ignorandola - con una nuova delibera di giunta.
Ed è proprio questa delibera che l'avvocato Livio Neri ha impugnato, ricorrendo al TAR, “per l’annullamento, previa sospensione della deliberazione della Giunta Comunale di Corsico n. 137 del 26 luglio 2016, pubblicata sull’Albo Pretorio il 7 settembre 2016, avente a oggetto “Linee di indirizzo riguardanti l’ammissione alla frequenza dell’anno scolastico 2016/2017 dei Servizi Comunali Asilo Nido e Scuola per l’Infanzia e dei servizi scolastici comunali (refezione...) presso le scuole Statali degli iscritti appartenenti a nuclei familiari morosi”, nonché di tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali”. Nel documento del ricorso si ripercorre tutta la vicenda: l'intimazione alla sospensione del pasto del
Comune alle scuole e alle famiglie, l'effettivo invio degli elenchi degli alunni e delle alunne che “non sono autorizzati ad usufruire del servizio mensa…in quanto appartenenti a nuclei familiari che sono in posizione di morosità…”. Evidenziando che “a partire dal 1° marzo 2016 il servizio mensa non è più stato erogato con continuità, venendo a mancare il pasto sia ai figli di
genitori morosi (tanto a quelli che hanno maturato ingenti debiti, quanto a quelli in ritardo anche di un solo pagamento), sia - in conseguenza di frequenti errori di compilazione degli elenchi dei morosi - ai figli di genitori non morosi …. causa ricevimento di un numero insufficiente di pasti, non accompagnato da alcun elenco aggiornato degli alunni “morosi”, tanto che gli
insegnanti sono stati costretti a distribuire a tutti gli alunni porzioni ridotte dei rispettivi pranzi o a rinunciare al proprio pasto per darlo ai bambini”. Il ricorso elenca le normative di riferimento regionali, nazionali e internazionali, che portano a definire la delibera “illegittima per violazione delle disposizioni indicate”. Si legge “come il legislatore regionale abbia inteso garantire a tutti gli alunni l’accesso al servizio di refezione scolastica, inteso come momento educativo e di promozione del diritto alla salute,
prevedendo sì un contributo economico ai genitori degli stessi, ma non subordinando in alcun modo all’assolvimento di tale onere il diritto del bambino alla sua fruizione. Viene rivendicato che “Il servizio di refezione scolastica deve essere qualificato come “servizio pubblico” e qualificato come “servizio essenziale, funzionale a garantire l’attività didattica” e“strumentale all’attività scolastica stessa”. E ricordato che “L’erogazione dei servizi pubblici (…) deve essere continua, regolare e senza interruzioni.” Il diritto, sia interno sia internazionale, attribuisce un valore assoluto e preminente al diritto alla salute e, in particolare, al diritto alla salute dei minori. Orbene, nel caso di specie la negazione del servizio mensa agli alunni di Corsico figli di genitori morosi (così come i disservizi che hanno colpito tutti gli studenti delle scuole interessate, morosi e non) finiscono inevitabilmente
per confliggere con il preminente diritto alla salute dei bambini coinvolti: questi ultimi sono infatti costretti a consumare un pasto freddo in tavoli differenziati, mentre i compagni mangiano i diversi piatti caldi consegnati loro dal personale addetto, socializzando tra loro e godendo di un momento che (salva la grave ingiustizia che si consuma nella sala mensa) dovrebbe essere educativo quanto gli altri momenti (le lezioni, la ginnastica, la ricreazione, ecc.).”
Con questo ricorso al TAR si intende tutelare tutti i bambini e tutte le bambine di Corsico, e di tutta Italia, affinché quello che è accaduto a Corsico non abbia a ripetersi altrove, auspicando che si colmi presto il vuoto legislativo evidenziato in questi mesi anche dagli accadimenti relativi alla Regione Piemonte.

Nessun commento:

Posta un commento