Si terrà il giorno 13 dicembre 2016
l'udienza per il ricorso al TAR presentato a novembre da alcuni genitori insieme al
Coordinamento Genitori Democratici della Lombardia, Associazione nazionale
riconosciuta dal MIUR, che segue la vicenda dall’inizio. Dallo scorso anno
scolastico hanno rivendicato insieme per tutti i bimbi e tutte le bimbe di Corsico, il Diritto al
Cibo, alla Salute, allo Studio, seguendo in prima linea le spiacevoli vicende legate alla
sospensione del pasto scolastico ai figli e alle
figlie dei genitori morosi, che avevano contratto un debito con l'amministrazione comunale.
Questa è la seconda azione
legale portata avanti dal CGD Lombardia (presidente Gianni Alberta). La prima,
una diffida presentata a luglio nei confronti del sindaco Errante a cui il
sindaco non hamai risposto direttamente, se non – di fatto, ignorandola - con
una nuova delibera di giunta.
Ed è proprio questa delibera
che l'avvocato Livio Neri ha impugnato, ricorrendo al TAR, “per l’annullamento,
previa sospensione della deliberazione della Giunta Comunale di Corsico n. 137
del 26 luglio 2016, pubblicata sull’Albo Pretorio il 7 settembre 2016, avente a oggetto “Linee di
indirizzo riguardanti l’ammissione alla frequenza dell’anno scolastico
2016/2017 dei Servizi Comunali Asilo Nido e Scuola per l’Infanzia e dei servizi
scolastici comunali (refezione...) presso le scuole Statali degli iscritti
appartenenti a nuclei familiari morosi”, nonché di tutti gli atti presupposti,
connessi e consequenziali”. Nel documento del ricorso si ripercorre tutta la
vicenda: l'intimazione alla sospensione del pasto del
Comune alle scuole e alle
famiglie, l'effettivo invio degli elenchi degli alunni e delle alunne che “non sono autorizzati ad
usufruire del servizio mensa…in quanto appartenenti a nuclei familiari che sono
in posizione di morosità…”. Evidenziando che “a partire dal 1° marzo 2016 il servizio
mensa non è più stato erogato con continuità, venendo a mancare il pasto sia ai
figli di
genitori morosi (tanto a quelli che hanno
maturato ingenti debiti, quanto a quelli in ritardo anche di un solo pagamento), sia - in conseguenza di
frequenti errori
di compilazione degli elenchi dei morosi - ai figli di genitori non morosi …. causa
ricevimento di un numero insufficiente di pasti, non accompagnato da alcun
elenco aggiornato degli alunni “morosi”, tanto che gli
insegnanti sono stati
costretti a distribuire a tutti gli alunni porzioni ridotte dei rispettivi pranzi o a
rinunciare al proprio pasto per darlo ai bambini”. Il ricorso elenca le
normative di riferimento regionali, nazionali e internazionali, che portano a
definire la delibera “illegittima per violazione delle disposizioni indicate”. Si legge “come il legislatore
regionale abbia inteso garantire a tutti gli alunni l’accesso al servizio di
refezione scolastica, inteso come momento educativo e di promozione del diritto alla salute,
prevedendo sì un
contributo economico ai genitori degli stessi, ma non subordinando in alcun
modo all’assolvimento di tale onere il diritto del bambino alla sua fruizione. Viene rivendicato che “Il servizio di
refezione scolastica deve essere qualificato come “servizio pubblico” e qualificato come “servizio essenziale,
funzionale a garantire l’attività didattica” e“strumentale all’attività
scolastica stessa”. E ricordato che “L’erogazione dei servizi pubblici (…) deve essere continua,
regolare e senza interruzioni.” Il diritto, sia interno sia internazionale,
attribuisce un valore assoluto e preminente al diritto alla salute e, in
particolare, al diritto alla salute dei minori. Orbene, nel caso di specie la
negazione del servizio mensa agli alunni di Corsico figli di genitori morosi
(così come i disservizi che hanno colpito tutti gli studenti delle scuole
interessate, morosi e non) finiscono inevitabilmente
per confliggere con il
preminente diritto alla salute dei bambini coinvolti: questi ultimi sono
infatti costretti a consumare un pasto freddo in tavoli differenziati, mentre i compagni mangiano
i diversi piatti caldi consegnati loro dal personale addetto, socializzando tra
loro e godendo di un momento che (salva la grave ingiustizia che si consuma
nella sala mensa) dovrebbe essere educativo quanto gli altri momenti (le lezioni, la
ginnastica, la ricreazione, ecc.).”
Con questo ricorso al TAR si
intende tutelare
tutti i bambini e tutte le bambine di Corsico, e di tutta Italia, affinché
quello che è accaduto a Corsico non abbia a ripetersi altrove, auspicando che si colmi
presto il vuoto legislativo evidenziato in questi mesi anche dagli accadimenti
relativi alla Regione Piemonte.
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