Pubblicato il 13 lug 2015 ( Blog prc nazionale)
Pubblichiamo il documento conclusivo
dell’assemblea nazionale dei movimenti della scuola che si è svolta ieri,
domenica 12 luglio, e che abbiamo ospitato nei locali della nostra Direzione
Nazionale.
L’incontro nazionale tenutosi a Roma il 12
luglio, presenti rappresentanti dei comitati Lip e non solo di molte città
italiane, nonché di FLC, Gilda, Unicobas, MCE, Cidi, UDS, Rete della Conoscenza,
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, numerosi parlamentari (Alessia
Petraglia, Arturo Scotto, Loredana De Petris, Maria Mussini, Fabrizio Bocchino,
Stefano Fassina) nonché Vito Meloni, Christian Raimo, Giulia Rodano
(rispettivamente di Rifondazione Comunista, Possibile e L’Altra Europa), ritiene
la legge appena approvata in via definitiva totalmente inaccettabile perché
intende capovolgere l’impostazione costituzionale della scuola di tutti e per
tutti, garanzia di uguaglianza e solidarietà, fondata sul principio della
libertà di insegnamento.
I partecipanti sono stati più di 90 e sono
intervenuti i seguenti comitati locali Lip: Palermo, Bologna, Roma, Ferrara,
Viterbo, Lametia Terme, Padova, Milano, Pesaro, Firenze, Teramo, Avellino,
Napoli.
Hanno inoltre partecipato: Autoconvocati Roma,
Autoconvocati Campania, No Invalsi, Mida Precari, Coordinamento Corato,
Illumin’Italia, Comitato Proscuola pubblica Bari, Comitato Sciopero della Fame
al Quirinale, Manifesto dei 500, gruppo LS Amaldi Bitetto (Ba), Gessetti Rotti,
Coordinamento scuole Viterbo.
L’assemblea ritiene necessario che la lotta
contro l’applicazione della legge riprenda con forza dall’inizio del prossimo
anno scolastico. A tal fine è opportuno che si affianchino alle iniziative di
lotta decise dalle OO.SS. nella loro autonomia altre che sappiano coinvolgere
genitori, studenti e tutta la cittadinanza.
L’intervento sulla scuola è solo l’ultimo atto di
decenni di attacchi ai diritti e all’intero mondo del lavoro, destinati a
diventare sempre più feroci.
La mobilitazione – alcune proposte
- guardare con favore all’assemblea nazionale delle RSU dell’11 settembre a Roma alla quale si auspica che segua una manifestazione;
- riprendere la pratica dell’Assemblea sindacale provinciale il primo giorno di scuola: 2 ore di assemblea e alle 13 manifestazione provinciale;
- sollecitare le RSU e le organizzazioni sindacali ad indire il blocco delle attività aggiuntive del personale docente e ATA;
- il 23 settembre, equinozio d’autunno, notte bianca per la Scuola Pubblica in tutte le città d’Italia, nella quale le singole scuole organizzino occupazioni, dibattiti, ecc… per tenere alta l’attenzione anche e soprattutto FUORI dalle scuole, coinvolgendo studenti, genitori, cittadini;
- spingere per una manifestazione nazionale o più manifestazioni locali in ottobre, possibilmente con uno sciopero generale della scuola;
- disubbidienza civile dentro le scuole, ovvero ubbidienza alla Costituzione:
- aprire una discussione nelle scuole sulla possibilità di rifiutarsi nei Collegi e nei Consigli d’Istituto di eleggere il Comitato di valutazione per la definizione dei criteri del merito; e condividere tale discussione con genitori e studenti;
- aprire una discussione nelle scuole sulla possibilità di produrre un documento di rifiuto preventivo del Bonus – premio di merito.
La prospettiva da perseguire è quella di provare
in tutti i modi a mettere sabbia negli ingranaggi dell’applicazione della legge,
tenendo alta la discussione e la consapevolezza. Tutte queste iniziative saranno
difficili, ma non impossibili, da gestire; la vera sfida sarà quella di farle
continuare, fino ad arrivare all’abrogazione della legge.
Pur essendo consapevole delle criticità legate al
referendum, l’assemblea ritiene quella dell’abrogazione referendaria una delle
strade da praticare.
L’assemblea decide, pertanto, di convocare un
secondo incontro nazionale domenica 6 settembre a Bologna per valutare
concretamente se indire un referendum abrogativo, i suoi contenuti, i tempi
e i modi per procedere. Tale possibilità deve però nascere a partire dal mondo
della scuola, con l’intenzione di allargarsi a tutta la società, nella
presunzione/necessità di farne una battaglia generale, culturale e di civiltà in
grado di parlare trasversalmente a tutte e tutti, genitori, insegnanti, studenti
e studentesse, cittadine e cittadini, capace di collegarsi alle altre iniziative
referendarie sui temi di interesse sociale e democratico.
Un referendum da preparare nel migliore dei modi
e con i tempi necessari, costruendo alleanze, cercando adesioni nel mondo della
cultura, fra le forze sociali, politiche e sindacali, per far sì che massime
siano le probabilità di riuscita, anche in considerazione delle conseguenze
distruttive che una sconfitta sulla raccolta delle firme o un esito negativo del
voto referendario, nonché la possibile non ammissibilità dei quesiti proposti,
riverserebbero sulla scuola pubblica.
L’assemblea si esprime, quindi, negativamente
sull’ipotesi di organizzare il referendum entro il 30 settembre, a scuole
chiuse, con quesiti incompleti, con una tempistica ingestibile e con risultati
incerti, se non ancora peggio dannosi, per il proseguimento della lotta
comune.
L’assemblea istituisce quale sua articolazione
permanente la “Commissione comunicazione e informazione” al fine di valutare le
forme più efficaci per una corretta controinformazione.
L’assemblea, infine, fa proprio il documento
sull’incostituzionalità della legge redatto dal giudice Imposimato e
sottoscritto da autorevoli costituzionalisti.
I comitati a sostegno della Lip Scuola si
danno appuntamento il 5 settembre a Bologna per riprendere tutti insieme il
percorso, che transiterà attraverso una attualizzazione del testo del 2006 e una
possibile nuova raccolta di firme per riproporlo quale legge di iniziativa
popolare.
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