Pubblicato il 26 ago 2016
Antonio Cederna
,
giornalista, archeologo, urbanista, ambientalista. Per circa mezzo secolo
ha raccontato e denunciato l’Italia degli scempi urbanistici, dell’aggressione
al paesaggio, del degrado ambientale, dell’incuria nei confronti del patrimonio
culturale e storico. Enorme il suo contributo allo sviluppo della
consapevolezza e della lotta su questi temi nella società italiana e nella
stessa sinistra.Promotore instancabile di battaglie civili contro i vandali che hanno sfigurato l’Italia fu per due legislature anche parlamentare indipendente eletto nelle liste del PCI. Come ha notato in un recente convegno Walter Tocci
il contributo propositivo di Cederna è stato enorme: “che fosse il signor NO, lo sentiamo ripetere da tanto tempo. E invece aveva un’attenzione quasi maniacale per la proposta. Ogni articolo, anche il più aspro, si concludeva con una soluzione alternativa e fattibile. Giova ricordarlo in questa sede, ha onorato il lavoro parlamentare con proposte di alto profilo che hanno influito sulla legislazione per l’ambiente, i parchi naturali, le città, i beni culturali”. Dall’ archivio Cederna on line
consigliamo di rileggere un suo articolo “Il rosso e il verde”
del 1987 che testimonia la continua iniziativa di stimolo che Cederna portò avanti. Purtroppo dobbiamo constatare che molti obiettivi – a partire dalla legge sul regime dei suoli – che Cederna indicava nel corso degli anni si sono ulteriormente allontanati essendo di gran lunga prevalso nella politica e a livello legislativo il pensiero unico neoliberista che ha riverniciato di nuovo il tradizionale predominio in Italia della rendita e della speculazione. E’ cresciuta però parallelamente anche la sensibilità popolare e la critica di un modello di sviluppo distorto: per fare un esempio,
“l’abiura del culto forsennato delle quattro ruote”
è
oggi al centro di movimenti diffusi per la mobilità sostenibile e l’uso della
bicicletta (non si può dire lo stesso per le politiche relative al trasporto
pubblico). La lezione di Cederna è quella di una diversa visione di modernitàrispetto al dispiegarsi selvaggio della cementificazione e degli spiriti animali dell’interesse economico. Questo anniversario cade nei giorni dell’ennesima tragedia che ci ricorda quanto rimanga attuale l’invito di Cederna a uno “sviluppo alternativo” fondato su “quell’attività fondamentale che è la prevenzione”. Si sente “l’assenza di una voce rigorosa e robustamente indignata come quella del grande giornalista milanese”
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