La sentenza del Consiglio
di Stato ripristina
per i cittadini lombardi il diritto alla fecondazione eterologa senza la
vessazione delle spese discriminatorie imposte dalla giunta Maroni.
Nonostante le sentenze
della corte costituzionale e del Tar Lombardia la giunta Maroni, in continuità
con l’integralismo familista
delle giunte cielline/formigoniane, aveva imposto un balzello esorbitante (da
1500 a 4000 euro) per l’accesso
alla fecondazione eterologa, producendo una discriminazione inaccettabile per i
cittadini lombardi.
Con questa sentenza che dichiara la norma regionale in contrasto
con il diritto costituzionale alla salute, il Consiglio di Stato boccia la
giunta Maroni e apre la strada ai ricorsi per il rimborso delle spese da parte
di chi ha dovuto pagare. Siamo di fronte a una vittoria di tutti coloro i quali
si battono, in Lombardia, per i diritti e a una sconfitta cocente per la lega e
le destre che da anni vessano i cittadini, le donne in particolare con
politiche pervicacemente misogine e omofobiche. Si presentano come
i paladini della libertà di scelta e invece contrastano in tutti i modi il
diritto a una maternità o paternità libere e consapevoli.
Questa vittoria deve
rappresentare per tutti un incentivo a riprendere la lotta per i diritti negati
in Lombardia tra i quali quello all’interruzione
di gravidanza, oggi negato nei fatti attraverso l’utilizzo strumentale dell’obiezione di coscienza
dei medici che in alcuni importanti presidi ospedalieri raggiunge il 100% del
personale interessato.
Milano, 22 Luglio
2016.
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