giovedì 17 settembre 2015

Migrazione: no al razzismo no all’ipocrisia !

Era il novembre del 1989 quando il mondo brindava con gioia alla caduta del Muro di Berlino, eretto a simbolo dell’unificazione dei popoli e della libera circolazione delle persone. Cosa è successo poi? Sono stati  costruiti circa 10.000 chilometri di nuovi muri che dividono il mondo!
Altra data da ricordare: Settembre del 2000. 189 capi di Stato firmarono il protocollo “No excuse" (Nessuna scusa), documento che impegnava gli Stati a diminuire la fame nel mondo entro il 2015 nonché a creare le condizioni economiche per uno sviluppo sociale dei paesi poveri.
Cosa è stato fatto? Abbiamo aumentato la forbice fra ricchi e poveri (il 20% della popolazione mondiale consuma circa l’80% delle risorse) e l’unico sviluppo commerciale è stato quello del mercato delle armi (circa 1.800 miliardi di dollari all’anno). E’ quasi superfluo immaginare cosa si potrebbe fare con queste risorse!
Quindi sorge spontanea la domanda:
Alle persone che fuggono dalla fame e dalla miseria, adesso, subito,  possiamo rispondere di aspettare che l’intero pianeta cambi le politiche di distribuzione delle risorse energetiche, ambientali, economiche?
Gli possiamo ancora rispondere che i pochi ricchissimi che governano il pianeta sono disposti a rinunciare ai loro profitti e a ridistribuirli in modo equo tra tutti i popoli del mondo? Anche quelli dei paesi che sono stati saccheggiati fino ad oggi?
Il capitalismo, sorretto dalle grandi speculazioni finanziarie, per mantenere il suo status quo ha bisogno di povertà e di significativi conflitti bellici per garantire che le risorse siano circoscritte a pochi, è questa la natura del capitalismo: pochi ricchi e tanti poveri.
Chi oggi è migrante non lo fa per suo capriccio, bensì per le condizioni che gli equilibri mondiali gli impongo senza lasciare altra scelta.
Le migrazioni sono un fatto mondiale che deve essere valutato nella sua dimensione globale, basti pensare a noi Italiani che solo meno di 100 anni fa siamo emigrati in grande numero (e continuiamo a farlo ancora oggi): gli emigrati italiani all’estero sono aumentati negli ultimi anni e adesso sono più di 4 milioni. Ci sono dati precisi, basta guardarli! Per questi italiani non vale l'“Aiutiamoli a casa loro?"
A fronte di una realtà migratoria di carattere epocale, conseguenza dell'ingiustizia e della disuguaglianza mondiale, non possiamo essere complici di questa situazione che produce immense tragedie. Bisogna avere la consapevolezza che nessuno al mondo sceglie di nascere in circostanze di povertà e di guerra, invece sono condizioni create da chi vuole speculare sulla pelle della povera gente.
Viceversa l’umanità ha bisogno di una cultura e di un diverso ordine mondiale in cui prevalga il principio della solidarietà e della uguaglianza fra i popoli. Per farlo è necessario cominciare a cambiare il nostro concetto culturale che nessuno è padrone di un territorio, come non lo è dell’acqua e dell’aria, ognuno deve essere libero di accedere ai beni comini universali senza  impedimenti: motivo per il quale i governi dovrebbero garantire l'equa distribuzione delle risorse.
Purtroppo oggi siamo di fronte ad una realtà in cui milioni di persone sono in fuga dalle guerre e ci chiedono ospitalità. L’Europa, che ha già vissuto queste tragedie sulla propria pelle non tanti anni fa , non può non comprendere questo bisogno di aiuto, è necessario che si creino le condizioni di ospitalità per le persone che fuggono dalla morte nei loro paesi.


 



Rifondazione Comunista Sud Ovest
( Buccinasco, Corsico ,Cesano Boscone )

Cicl In proprio

Corsico Via Vittorio Emanuele 10/b 

Nessun commento:

Posta un commento