Pubblicato il 4 dic 2014
di Alexis Tsipras
Nikos Romanos, 21 anni, anarchico, prigioniero
politico, dal 10 novembre è in sciopero della fame contro i ripetuti dinieghi ai
permessi studio.
Secondo il referto del medico, che lo ha visitato il 28/11 nel reparto detentivo dell’ospedale Gennimatàs, ( Grecia) il ragazzo rischia “danni irreversibili per quanto riguarda il funzionamento del cuore, dei reni e del cervello”. Ha dichiarato che proseguirà lo sciopero a oltranza, fino alla fine, rifiutando l’alimentazione forzata.
Dichiarazione di Alexis Tsipras per Nikos
Romanos #NRomanos
“Nikos Romanos è al 25esimo giorno di sciopero
della fame ricoverato attualmente presso l’Ospedale Ghennimatàs chiede il
rispetto di diritti costituzionalmente garantiti, in particolare il diritto
ovvio di ogni cittadino all’istruzione e alla formazione. Il mondo democratico,
personalità e istituzioni sostengono all’unisono la sua richiesta. Lo sciopero
della fame di Nikos Romanos non riguarda solo lui e la sua famiglia, ma
interessa tutta la società, in un periodo in cui la democrazia e le libertà
sancite costituzionalmente vengono messe in discussione per tutti e per
tutte.
Sottolinea, allo stesso tempo, anche la questione chiave delle carceri e dei diritti dei detenuti, che vivono in situazioni di svilimento della propria dignità e condizione umana. La grandezza, però, della democrazia è appunto il rispetto della dignità umana e dei diritti, a prescindere dalla identità politica o di altro. Tutto ciò altro non è che i principi fondanti delle moderne socità democratiche, le basi sulle quali deve basarsi ogni stato che rispetta la democrazia.
L’obiettivo di un sistema penitenziario moderno e democratico non può essere la vendetta e il pugno duro con i detenuti, ma il reinserimento sociale, di cui parte inalienabile è il rispetto del diritto allo studio. Inoltre, e questo deve essere chiaro ai ministri coinvolti, in uno stato di diritto non si può soppessare il rischio che corre la vita umana con alcun tipo di costo politico.
Il governo è tenuto a intervenire tempestivamente invece di contribuire oggettivamente ad innescare la tensione, coltivando un clima di destabilizzazione e insicurezza.”
ALEXIS TSIPRASSottolinea, allo stesso tempo, anche la questione chiave delle carceri e dei diritti dei detenuti, che vivono in situazioni di svilimento della propria dignità e condizione umana. La grandezza, però, della democrazia è appunto il rispetto della dignità umana e dei diritti, a prescindere dalla identità politica o di altro. Tutto ciò altro non è che i principi fondanti delle moderne socità democratiche, le basi sulle quali deve basarsi ogni stato che rispetta la democrazia.
L’obiettivo di un sistema penitenziario moderno e democratico non può essere la vendetta e il pugno duro con i detenuti, ma il reinserimento sociale, di cui parte inalienabile è il rispetto del diritto allo studio. Inoltre, e questo deve essere chiaro ai ministri coinvolti, in uno stato di diritto non si può soppessare il rischio che corre la vita umana con alcun tipo di costo politico.
Il governo è tenuto a intervenire tempestivamente invece di contribuire oggettivamente ad innescare la tensione, coltivando un clima di destabilizzazione e insicurezza.”
4 dicembre 2014
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