venerdì 13 gennaio 2012

Appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano




Caro Presidente,
siamo cittadini italiani ,di questa nazione in sofferenza perché principi fondanti quali l’unità del paese ,diritti al lavoro e a servizi fondamentali sono messi in discussione da forze politiche ed economiche irresponsabili

    L'11 dicembre 2011 Trenitalia ha soppresso treni che collegavano il Sud e il Nord del paese e ha licenziato 800 lavoratori, dipendenti delle società che gestivano il servizio notturno; da allora  tre lavoratori licenziati sono saliti, in segno di protesta, sulla torre faro al binario 21 della Stazione Centrale di Milano mentre gli altri lavoratori hanno allestito un presidio. Carmine,Giuseppe e Oliviero portano avanti da ormai un mese questa lotta difficile resistendo al freddo,alle intemperie e alle facili promesse. Non a caso  stanno  raccogliendo una calda e vasta solidarietà. Lottano per sé,ma anche per tutti i lavoratori e le lavoratrici licenziati da imprenditori che delocalizzano e usano la crisi per fare cassa e/o speculazione,lottano anche per il diritto alla mobilità.
Non vogliamo lasciarli soli!
Per questo noi le scriviamo in solidarietà con i licenziati,ma in particolare come potenziali utenti della Ferrovie :  Moretti Presidente  di Trenitalia infatti, si è permesso di portare un pesante attacco  non solo al diritto al lavoro,ma anche al diritto alla mobilità dei cittadini. Chi vorrà d’ora in poi muoversi tra il Nord e il Sud del paese, pensiamo soprattutto alle famiglie con bambini e agli anziani, si dovrà sobbarcare  i disagi di trasbordi numerosi, ore di viaggio incompatibili per un paese europeo e moderno e affrontare costi più onerosi.
Quello che la Lega non è riuscita fa fare in tanti anni di "governo" ci è riuscita Trenitalia.....dividere l'Italia in due!
E' cancellata  una storia ,quella che ha visto lo sviluppo delle ferrovie contribuire e intrecciarsi con la costruzione della coesione territoriale e sociale,con il diffondersi  di diritti fondamentali tra cui la possibilità di tenere insieme, cosa significativa in un paese di emigranti, luoghi di lavoro e luoghi degli affetti .
Ci rivolgiamo a lei sapendola particolarmente attenta e sensibile  non solo per ruolo istituzionale a questi temi e in grado di intervenire affinchè ai lavoratori sia garantito il lavoro e sia ripristinata l’unità del paese.
Firma per dire

NO ALLA DIVISIONE IN DUE DEL PAESE
NO AI LICENZIAMENTI
Primi firmatari
Don Adrea Gallo  Vittorio Agnoletto  Luca Beltrami Gadola  Roberto Biorcio Giuseppe Boatti Bruno Bosco  Bruno Casati   Josè Luis Del Rojo  Andrea Di Stefano  Diego Fusaro  Antonello Patta  
Vittorio Rieser   Giorgio Riolo   Basilio Rizzo   Alessandro Santoro  Fulvio Scaparro   Anita Sonego  Luigi Vinci   don Alberto Vitali 

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