Caro
Presidente,
siamo
cittadini italiani ,di questa nazione in sofferenza perché principi fondanti
quali l’unità del paese ,diritti al lavoro e a servizi fondamentali sono messi
in discussione da forze politiche ed economiche irresponsabili
L'11 dicembre 2011 Trenitalia ha soppresso treni che collegavano il Sud
e il Nord del paese e ha licenziato 800
lavoratori, dipendenti delle società che gestivano il servizio notturno; da
allora tre lavoratori licenziati sono
saliti, in segno di protesta, sulla torre faro al binario 21 della Stazione
Centrale di Milano mentre gli altri lavoratori hanno allestito un presidio.
Carmine,Giuseppe e Oliviero portano avanti da ormai un mese questa lotta difficile
resistendo al freddo,alle intemperie e alle facili promesse. Non a caso stanno
raccogliendo una calda e vasta solidarietà. Lottano per sé,ma anche per
tutti i lavoratori e le lavoratrici licenziati da imprenditori che
delocalizzano e usano la crisi per fare cassa e/o speculazione,lottano anche
per il diritto alla mobilità.
Non
vogliamo lasciarli soli!
Per questo noi le scriviamo in solidarietà con i
licenziati,ma in particolare come potenziali utenti della Ferrovie : Moretti Presidente di Trenitalia infatti, si è permesso di portare un pesante
attacco non solo al diritto al
lavoro,ma anche al diritto alla mobilità dei cittadini. Chi vorrà d’ora in poi
muoversi tra il Nord e il Sud del paese, pensiamo soprattutto alle famiglie con
bambini e agli anziani, si dovrà sobbarcare
i disagi di trasbordi numerosi, ore di viaggio incompatibili per un
paese europeo e moderno e affrontare costi più onerosi.
Quello che
la Lega non è riuscita fa fare in tanti anni di "governo" ci è
riuscita Trenitalia.....dividere l'Italia in due!
E'
cancellata una storia ,quella che ha
visto lo sviluppo delle ferrovie contribuire e intrecciarsi con la costruzione
della coesione territoriale e sociale,con il diffondersi di diritti fondamentali tra cui la
possibilità di tenere insieme, cosa significativa in un paese di emigranti,
luoghi di lavoro e luoghi degli affetti .
Ci
rivolgiamo a lei sapendola particolarmente attenta e sensibile non solo per ruolo istituzionale a questi
temi e in grado di intervenire affinchè ai lavoratori sia garantito il lavoro e
sia ripristinata l’unità del paese.
Firma
per dire
NO
ALLA DIVISIONE IN DUE DEL PAESE
NO AI LICENZIAMENTI
Primi firmatari
Don Adrea Gallo Vittorio Agnoletto Luca Beltrami Gadola
Roberto Biorcio Giuseppe Boatti Bruno Bosco Bruno Casati Josè Luis
Del Rojo Andrea Di Stefano Diego Fusaro Antonello Patta
Vittorio Rieser Giorgio Riolo Basilio Rizzo
Alessandro Santoro Fulvio
Scaparro Anita Sonego Luigi Vinci don Alberto Vitali
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