Il primo atto politico – amministrativo che ci troviamo di
fronte (quello che affronteremo ormai tra pochi giorni) sono le primarie di coalizione. Mi vorrei
soffermare un attimo su questo aspetto che noi giudichiamo politicamente
un’esperienza positiva.
Presentarsi in una coalizione ed intraprendere un
percorso comune tra forze politiche e liste civiche che si richiamano ai valori del centrosinistra significa
avere la consapevolezza che occorre garantire nella coalizione, un contesto di collaborazione elevato.
Sulla carta le proposte sono elaborate con attenzione, ma debbono poter avere
tutte le condizioni necessarie per essere realizzate.
L’obiettivo prioritario è quello di crescere e far
crescere la coalizione con proposte
alternative al centrodestra, chiare e condivise.
Quando i soggetti sono plurimi è bene che siano
molto ben caratterizzati al loro interno (e in questo senso cercherò di
evidenziare le nostre priorità) ma, contemporaneamente serve una buona capacità di ascolto e una predisposizione al saper
lavorare con gli altri ed avere buone doti di coordinamento.
In questo senso la mia esperienza lavorativa mi
tranquillizza perché la scuola è un mondo molto complesso che ha bisogno della
collaborazione di tanti soggetti che, per collaborare debbono avere
disposizioni chiare ma anche condivise e, soprattutto, ognuno deve avere la
consapevolezza di essere valorizzato per il suo apporto specifico.
Io sono il candidato, inizialmente, proposto dalla Federazione della Sinistra ma già oggi
ho raccolto adesioni da parte di persone della cosiddetta società civile per la
realizzazione di un’unità il più possibile ampia e coerente.
Mi prenderò ora questi pochi minuti per rendere evidente a che livello intendiamo dare il nostro apporto e condizionare in questo modo (attraverso una nostra affermazione che auspichiamo di rilievo) la linea politico-amministrativa dei prossimi cinque anni a Buccinasco.
CREARE L’IDENTITA’ DI QUESTA COMUNITA’ ATTRAVERSO
UNA CONSAPEVOLEZZA DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA A DIFESA DEI BENI COMUNI.
Lo avevo detto la volta
scorsa e lo voglio ribadire:il riferimento dell’azione amministrativa deve
essere rivolto alla COMUNITA’. Le sue caratteristiche non possono che essere
l’inclusività, la necessità di “esprimere” un’anima e la consapevolezza di
essere un’identità complessa.
Essere amministratori
comunali significa occuparsi di tutto ciò che interessa la sfera collettiva per
migliorare la vita di ciascuno di noi. Vi sono allora delle priorità che bisogna
evidenziare: la difesa dei BENI COMUNI. Da questo punto di vista siamo in
sintonia con recenti battaglie attuate e vinte anche a livello nazionale: la
storica vittoria dei referendum per l’acqua pubblica.
Questa sacrosanta
rivendicazione ha ottenuto effetti insperati proprio per la consapevolezza dei
singoli cittadini della necessità di non farsi espropriare di un bene comune e
universale che doveva e deve essere salvaguardato dalle leggi del mercato e del
profitto che ne conseguirebbe.
Nella stessa logica ci si
deve muovere per la difesa dei servizi pubblici locali dalle logiche della
privatizzazione: un’attività politica diffusa da parte di una grande massa di
persone; una partecipazione popolare garanzia di democrazia consapevole.
Io penso che allo stesso
livello vi sia una consapevolezza diffusa dell’importanza di una scuola
pubblica di qualità. Sulla scuola le considerazioni possono essere moltissime.
In sostanza difendere la
scuola bene comune significa vedere la scuola come opportunità per tutti,
solida, ottimista, civile, dove si sta bene e si impara volentieri, dove al
centro c’è una relazione normale tra adulto e studente.
LA
SCUOLA E’ PER TUTTI O NON E’ PER NESSUNO.
Altrettanto importante è
dare priorità ad uno stato sociale che si identifichi anch’esso come bene
comune. Un’amministrazione comunale deve saper promuovere l’uguaglianza e
agevolare l’inclusione sociale dei soggetti più deboli. In questo contesto non
si può non considerare di primaria importanza l’affermazione del diritto alla casa
e il conseguente rilancio dell’edilizia residenziale pubblica e saper
incrementare e valorizzare tutte le iniziative sulle pari opportunità e le
politiche di genere.
Su queste basi è
possibile un reale cambiamento. Penso ai cambiamenti in atto o in via di
attuazione: la vicina Cassinetta di Lugagnano, l’esperienza di De Magistris a
Napoli ed anche le aspettative ancora vive della nuova gestione Pisapia a
Milano.
Penso anche e, forse, soprattutto a coloro i quali
si sono allontanati da questa politica scellerata degli ultimi tempi: c’è
bisogno di recuperare le molte persone sfiduciate e saper ridare loro un motivo
credibile per una partecipazione convinta, unico sbocco possibile allo sviluppo
della democrazia che altro non è che un patto sociale che veda cionvolti tutte
e tutti.
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