SAN FEDELE CINEMA 2014
– 2015
Martedì 27
gennaio 2015, ore 20.45.
Auditorium San Fedele
(Via Hoepli 3/b) – Milano ( fonte segreteria Rom)
………..guardare l'opera di Gatlif è un modo per fare tesoro
delle tragedie del passato e non concedere spazio alla barbarie.
Porrajmos: Porrajmos significa devastazione o
grande divoramento. è il nome dato allo sterminio di 500.000 viaggianti, rom,
sinti e nomadi perpetrato dai nazisti in Europa……..
Proiezione del film e
dibattito
Ingresso: €3
info e prevendite: Biglietteria
Auditorium lun‐ven 10/12.30 ‐ 14/18 ‐ 19.30/20.45
tel.0286352231
‐ www.centrosanfedele.net
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Il 27 gennaio è la giornata della memoria per le minoranze
etniche uccise durante la seconda guerra mondiale. La Fondazione Culturale San
Fedele di Milano ha deciso di ricordare tale tragico avvenimento attraverso la
proiezione di Liberté di Tony Gatlif, accorato e forte racconto dei tragici eventi
del Porrajmos. Gatlif, una delle voci più vive e importanti del cinema
contemporaneo, porta lo spettatore in un racconto toccante e vivido, che
permette di conoscere, attraverso la lente del cinema, una delle pagine più
drammatiche e meno conosciute del novecento. Se infatti la settimana arte ha
dedicato alla Shoà innumerevoli pellicole, Libertè rappresenta da sola una
delle testimonianze più intense e stilisticamente più riuscite del genocidio
dei popoli Rom e Sinti perpetrato dagli stati dell'asse. In un'attualità che
vede, anche a Milano , riapparire focolai di razzismo e che trova, molto spesso,
nella stampa un eco di vecchi stereotipi, guardare l'opera di Gatlif è un modo
per fare tesoro delle tragedie del passato e non concedere spazio alla
barbarie.
Porrajmos: Porrajmos significa devastazione o
grande divoramento. è il nome dato allo sterminio di 500.000 viaggianti, rom,
sinti e nomadi perpetrato dai nazisti in Europa. Poco studiato a livello accademico
e sociale, e relativamente trascurato dai media generalisti, il Porrajmos è
stato il genocidio del popolo Romani perpetrato nei territori occupati da tedeschi
e italiani. Il fenomeno non è stato, in Italia, legato solo al promulgamento
delle leggi razziali ma ha visto il suo avvio a partire dagli Anni Venti,
delineando quattro periodi di riferimento. 1922,1938: i respingimenti e l’allontanamento
forzato di rom e sinti stranieri (o presunti tali) dal territorio italiano;
1938‐1940: gli ordini di pulizia etnica ai danni di tutti i sinti e rom
presenti nelle regioni di confine ed il loro confino in Sardegna; 1940‐1943:
l’ordine di arresto di tutti i rom e sinti (di cittadinanza straniera o italiana)
e la creazione di specifici campi di concentramento fascisti a loro riservati
sul territorioitaliano; 1943,1945: l’arresto di sinti e rom (di cittadinanza
straniera o italiana) da parte della Repubblica Sociale Italiana e la
deportazione verso i campi di concentramento nazisti. Tony Gatlif : «Nato
in una periferia di Algeri, ancora colonia francese, come Michel Dahmani da
gitani
andalusi, Tony Gatlif scopre il cinema nei pochi momenti in cui, invece che
sulla strada, sitrova a frequentare la scuola. [...]Verso i quattordici anni,
Gatlif sbarca in Francia, stabilendosi prima a Marsiglia e poi a Parigi. [...]
Grazie alla complicità di un medico, si iscrive a un corso di teatro e, come
dice, "per la prima volta lo Stato si interessa a lui, alla sua
educazione, alla sua formazione". Inizia a frequentare i cinema,
inizialmente perché, di notte, ancora senza un tetto fisso, offrivano un
alloggio riscaldato dove poter dormire. [...] Nel 1973 realizza il suo primo cortometraggio,
interpretato da Jacques Villeret e Coline Serreau. È il debutto artistico vero
e proprio: ancora è senza soldi né mezzi, ma dimostratalento e arte di
arrangiarsi. Dai cortometraggi passa ai lunghi, spesso con le stesse condizioni
di penuria e di mancanza di fondi, sopperendo come può. Le sue storie parlano
sempre di emarginati, reietti, immigrati, zingari, gitani romeni, persone ai
margini della società, di cui la società ha paura e, di contro, per cui la società
non è che una prigione che ingabbia la purezza, l'innocenza infantile.Un cinema
selvaggio, estatico, senza regole di stile o di contenuti, che si dipana libero
come una danza sciamanica, un flusso di energia, uno stato di trance. Il cinema
di Gatlif ottiene riscontri di critica e di pubblico, ma non è alla portata di
tutti; e, a volte, nel suo tendere alla poesia, raggiunge
il
manierismo, finanche il lirismo. Ma è sempre una scelta, consapevole anche se
apparentemente irruenta, e come tale deve essere vista e giudicata». di Roberto Donati su Mymovies
CONTATTI:
Ufficio Stampa
San Fedele
Cinema
Andrea
Lavagnini 02.86352428
Mail: andrea.lavagnini@sanfedele
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