mercoledì 21 gennaio 2015

Giornata della memoria: Liberté ( di Tony Gatlif )


SAN FEDELE CINEMA 2014 – 2015
Martedì 27 gennaio 2015, ore 20.45.
Auditorium San Fedele (Via Hoepli 3/b) – Milano ( fonte segreteria Rom)

………..guardare l'opera di Gatlif è un modo per fare tesoro delle tragedie del passato e non concedere spazio alla barbarie.
Porrajmos: Porrajmos significa devastazione o grande divoramento. è il nome dato allo sterminio di 500.000 viaggianti, rom, sinti e nomadi perpetrato dai nazisti in Europa……..
Proiezione del film e dibattito
Ingresso: €3
info e prevendite: Biglietteria Auditorium lun‐ven 10/12.30 ‐ 14/18 ‐ 19.30/20.45
tel.0286352231 ‐ www.centrosanfedele.net
acquisto on line: CLICCA QUI www.webtic.it

Il 27 gennaio è la giornata della memoria per le minoranze etniche uccise durante la seconda guerra mondiale. La Fondazione Culturale San Fedele di Milano ha deciso di ricordare tale tragico avvenimento attraverso la proiezione di Liberté di Tony Gatlif, accorato e forte racconto dei tragici eventi del Porrajmos. Gatlif, una delle voci più vive e importanti del cinema contemporaneo, porta lo spettatore in un racconto toccante e vivido, che permette di conoscere, attraverso la lente del cinema, una delle pagine più drammatiche e meno conosciute del novecento. Se infatti la settimana arte ha dedicato alla Shoà innumerevoli pellicole, Libertè rappresenta da sola una delle testimonianze più intense e stilisticamente più riuscite del genocidio dei popoli Rom e Sinti perpetrato dagli stati dell'asse. In un'attualità che vede, anche a Milano , riapparire focolai di razzismo e che trova, molto spesso, nella stampa un eco di vecchi stereotipi, guardare l'opera di Gatlif è un modo per fare tesoro delle tragedie del passato e non concedere spazio alla barbarie.
Porrajmos: Porrajmos significa devastazione o grande divoramento. è il nome dato allo sterminio di 500.000 viaggianti, rom, sinti e nomadi perpetrato dai nazisti in Europa. Poco studiato a livello accademico e sociale, e relativamente trascurato dai media generalisti, il Porrajmos è stato il genocidio del popolo Romani perpetrato nei territori occupati da tedeschi e italiani. Il fenomeno non è stato, in Italia, legato solo al promulgamento delle leggi razziali ma ha visto il suo avvio a partire dagli Anni Venti, delineando quattro periodi di riferimento. 1922,1938: i respingimenti e l’allontanamento forzato di rom e sinti stranieri (o presunti tali) dal territorio italiano; 1938‐1940: gli ordini di pulizia etnica ai danni di tutti i sinti e rom presenti nelle regioni di confine ed il loro confino in Sardegna; 1940‐1943: l’ordine di arresto di tutti i rom e sinti (di cittadinanza straniera o italiana) e la creazione di specifici campi di concentramento fascisti a loro riservati sul territorioitaliano; 1943,1945: l’arresto di sinti e rom (di cittadinanza straniera o italiana) da parte della Repubblica Sociale Italiana e la deportazione verso i campi di concentramento nazisti. Tony Gatlif : «Nato in una periferia di Algeri, ancora colonia francese, come Michel Dahmani da
gitani andalusi, Tony Gatlif scopre il cinema nei pochi momenti in cui, invece che sulla strada, sitrova a frequentare la scuola. [...]Verso i quattordici anni, Gatlif sbarca in Francia, stabilendosi prima a Marsiglia e poi a Parigi. [...] Grazie alla complicità di un medico, si iscrive a un corso di teatro e, come dice, "per la prima volta lo Stato si interessa a lui, alla sua educazione, alla sua formazione". Inizia a frequentare i cinema, inizialmente perché, di notte, ancora senza un tetto fisso, offrivano un alloggio riscaldato dove poter dormire. [...] Nel 1973 realizza il suo primo cortometraggio, interpretato da Jacques Villeret e Coline Serreau. È il debutto artistico vero e proprio: ancora è senza soldi né mezzi, ma dimostratalento e arte di arrangiarsi. Dai cortometraggi passa ai lunghi, spesso con le stesse condizioni di penuria e di mancanza di fondi, sopperendo come può. Le sue storie parlano sempre di emarginati, reietti, immigrati, zingari, gitani romeni, persone ai margini della società, di cui la società ha paura e, di contro, per cui la società non è che una prigione che ingabbia la purezza, l'innocenza infantile.Un cinema selvaggio, estatico, senza regole di stile o di contenuti, che si dipana libero come una danza sciamanica, un flusso di energia, uno stato di trance. Il cinema di Gatlif ottiene riscontri di critica e di pubblico, ma non è alla portata di tutti; e, a volte, nel suo tendere alla poesia, raggiunge
il manierismo, finanche il lirismo. Ma è sempre una scelta, consapevole anche se apparentemente irruenta, e come tale deve essere vista e giudicata». di Roberto Donati su Mymovies
CONTATTI:
Ufficio Stampa
San Fedele Cinema
Andrea Lavagnini 02.86352428
Mail: andrea.lavagnini@sanfedele

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